Da: A volte mi viene da dire - "Centri Commerciali" di Diego-Piccaluga

Foto da collage di Diego Piccaluga



















Da: “A volte mi viene da dire” di Diego Piccaluga

Qualche giorno fa, mi è stato detto che a Livorno apriranno altri due supermercati o centri commerciali o come diavolo si dice…Io, allora mi sono chiesto: - Ma quanti di questi posti devono ancora nascere per distruggere totalmente il commercio a Livorno? Per far sparire tutti i negozi della città.
Tutti questi “mega” o “super” sono veramente troppi per una città delle dimensioni di Livorno.                                                                                             

Sono nati come funghi, inarrestabili da qualsiasi amministrazione.
Si sfidano ogni giorno a suon di offerte, di sconti; creano dimensioni espositive sempre più grandi e spazi sempre più affascinanti. E’ una lotta, una lotta senza esclusione di colpi.  In questa guerra di titani, però, ad aver sofferto di più è stato il commercio cittadino e cioè tutte quelle piccole attività che piano piano, in questi anni, non hanno potuto reggere la concorrenza spietata di questi colossi.                                                                    

Quanti soldi hanno perso, queste persone, che hanno dovuto chiudere; mi chiedo? Un’altra cosa che mi domando: quanti cittadini si fanno le mie stesse domande? Quanti capiscono che la conseguenza della chiusura di tutte queste attività cittadine, grazie a questi colossi, ha creato disoccupazione, difficoltà alle famiglie, miseria? E allora perché molti affollano questi supermercati o centri commerciali?

Un’altra “piccola” cosa che mi viene in mente, da non trascurare però, è che quasi tutto il denaro che circola in città se lo prendono queste multinazionali. Non è cosa da poco, anzi direi che fa pensare. E per di più, molto di questo denaro, esce dall’Italia; e questo è un danno per tutti. Sarebbe differente, se la spesa, il cittadino la facesse nei negozi di quartiere; i soldi rimarrebbero in città, con tutti i vantaggi del caso. Certo costerebbe un po’ di più, la spesa; però, forse, tutte quelle attività che hanno dovuto chiudere, sarebbero ancora attive. E ripeto, forse, ci sarebbe meno disoccupazione, meno difficoltà finanziarie, meno miseria. Magari, i ragazzi, troverebbero più facilmente lavoro, penso anche questo. 

Vi siete mai chiesti quante attività sono chiuse a Livorno in questi ultimi dieci anni? Alla radio sentivo, poco tempo fa, che in Italia hanno chiuso 100.000 aziende; all’incirca 5000 per regione, che equivale a migliaia e migliaia di persone: o senza lavoro, o costrette ad accettare impieghi sottopagati, oppure che hanno dovuto cambiare posto di lavoro e magari città o addirittura paese. A quali conclusioni potrei arrivare dopo essermi fatto tutte queste domande?

Direi che, probabilmente, non sarà tutta colpa della attuale situazione, di questi “super colossi” dell’alimentazione o del mobile o del prezzo irrisorio, però il fatto è che la situazione è quella che tutti noi sappiamo bene e siamo costretti a subire, e cioè disoccupazione, difficoltà a mantenere aperte le attività, e povertà in crescita.Soluzioni? Se fossi uno stratega della finanza… Anche sé, mi sembrano in confusione pure loro. Io nel mio piccolo, preferisco far la spesa o direttamente dai produttori, oppure nei piccoli negozi, o in posti che vendono mobili, oggetti e libri usati.                                                                           
Non sarà la soluzione delle soluzioni, però… Oltre il fatto che in questi posti, e con le persone che li gestiscono, mi trovo bene, mi piace sapere che i miei soldi rimangono qui, che non vanno ad arricchire ulteriormente persone già benestanti in un altro stato che non è l’Italia. Sarà poco… sì certo, ma come si dice oggi, molto spesso, “mi piace”.




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