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Foto di Diego Piccaluga |
https://www.flickr.com/photos/diegopiccaluga/albums
Ho letto un articolo molto
interessante sul supplemento del Corriere della Sera, “La Lettura”.
“La curiosità salverà il
mondo”.
Nell’articolo, in breve, spiega che la curiosità, per l’essere umano, è pari alla gioia che ci procura il mangiare, al bere, al fare sesso e cioè va a soddisfare una parte del nostro cervello assumendo un aspetto molto importante per la nostra vita.
Continua dicendo che l’uomo è
sempre stato mosso dalla curiosità, nel passato si è letteralmente catapultato
nell’avventurarsi alla scoperta di nuove terre, trovandosi davanti popolazioni
i cui usi e costumi erano a lui sconosciuti.
Da curiosità è passato a
curiosità, da avventura in avventura, oggi si scandaglia lo spazio alla ricerca
di altra vita su pianeti simili al nostro.
Nel frattempo, dice sempre
nell’articolo, il nostro mondo è diventato sempre più piccolo e le cose da
scoprire sono sempre meno, così la curiosità si è rovesciata nel suo contrario,
l’indifferenza.
Forse il nostro viaggio
potrebbe ripartire dall’arte e dal vasto mondo che ne fa parte. Nell’analizzare
quest’ultimo aspetto, sull’arte, termina l’articolo; per dir la verità conclude
parlando del mondo delle donne e della ricerca che fa lui, lo scrittore
dell’articolo, per cercare sempre più soddisfazione nel mondo dell’arte che
trova sul social network.
Anch’io sono un appassionato
dell’arte e sono concorde con il suo pensiero; ecco, però, mentre leggevo, mi è
venuta spontanea una domanda “qui, si parla di esplorare solamente un mondo
esteriore, a noi esseri umani”. Una volta era l’esplorazione dei vari posti
della terra, poi delle profondità del mare e oggi delle galassie, ma non vi
sembra che manchi un’esplorazione molto più vicina a noi?
Si parla di salvezza
rivolgendo l’attenzione al mondo dell’arte, ed io sono il primo a dire “sì”, il
mondo dell’arte può darci nuovi stimoli e appagamento; però mi manca ancora una
cosa. L’analisi di un aspetto al quale io non potrei fare ameno di non guardare,
e osservare con molta attenzione.
Per me, forse, se vogliamo
parlare di salvezza, riferendoci a quella curiosità che tanto una parte del
nostro cervello abbisogna, io sarei più propenso a cercarla non tanto
all’esterno di me, ma casomai dentro di me; e cioè nel vastissimo universo che
sta dentro di ogni essere umano e che ai più è sconosciuto.
Forse questa conoscenza
potrebbe darci nuove “curiosità” e “entusiasmi”, senza andare troppo lontano
con l’esplorazione.
Diego Piccaluga http://diegopiccaluga.blogspot.it/
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